Terzo piano del museo
1861, la chiamata
Le lettere di chiamata sono scritte da persone spesso poco avvezze alla penna. Il loro italiano risente delle influenze dialettali. Il linguaggio lascia trasparire i più diversi sentimenti: nostalgia, fatica, entusiasmo, delusione… I messaggi a volte sono accompagnati da disegni, fotografie, depliants, cartoline del Nuovo Mondo, che servono ad avvalorare il mito della “Merica”. Le lettere (dall’Archivio Storico del Comune di Genova e Archivio Ligure di Scrittura Popolare) mostrano queste modalità codificate di rapporto e, oltre a descrivere il luogo da cui si scrive, danno informazioni e consigli: sono le “regole” a cui l’emigrante dovrà attenersi nel suo viaggio. Quando, finalmente, si decide di aderire alla “chiamata”, il viaggio ha inizio con la ricerca dei documenti, il passaporto, il visto, i biglietti di viaggio. Solo dopo si può fare la valigia e – spesso su un carro – raggiungere la ferrovia più vicina e che ci porterà a Genova, dove ci attende il nostro piroscafo. Leggi e ascolta da un vero emigrato le lettere nei vari dialetti regionali.
